I Principi dell'Antifragilità - 1. Accettazione dei Fattori di Stress

I Principi dell'Antifragilità - 1. Accettazione dei Fattori di Stress


In questo mondo non vi è nulla di sicuro, tranne la morte e le tasse.

Benjamin Franklin

Le scoperte scientifiche del secolo scorso e l'esperienza quotidiana del fallimento delle previsioni di medio-lungo periodo testimoniano in maniera inequivocabile la validità della seguente affermazione: viviamo e operiamo in un contesto non deterministico.

Ma che cosa significa "contesto non deterministico"?

Dal punto di vista pratico, significa essenzialmente che è impossibile definire con precisione e accuratezza assoluti l'esito di un determinato corso di azioni. La presenza di fattori di stress, quali variabilità, complessità, incertezza, conoscenza incompleta, errori, può produrre un impatto determinante sugli effetti delle nostre decisioni e delle nostre iniziative pianificate, al punto da stravolgerne il risultato finale. Se a questo si aggiunge la sempre più frequente apparizione di Cigni Neri (eventi anomali e imprevedibili, di grande impatto, che, a posteriori, danno l'impressione di essere stati parzialmente previsti), si ricava un quadro nel quale l'imprevedibile rischia di avere, sulle persone e sulle organizzazioni, un impatto superiore a tutto ciò che possiamo controllare e condizionare.

La normale reazione alla presenza dei fattori di stress consiste nel cercare di eliminarli, di ridurne le dimensioni o almeno di limitarne l'impatto.

Nelle imprese, questo comportamento si manifesta 1) nel tentativo di semplificare la complessità, suddividendo le organizzazioni in sottosistemi e gestendo questi ultimi come entità autonome, e 2) nel forzare certezza in contesti intrinsecamente incerti, utilizzando dati apparentemente molto precisi, ma in realtà affetti da un margine di errore importante, spesso mascherato. Queste forzature producono una realtà virtuale, che si discosta sensibilmente dal contesto reale: non deve pertanto sorprendere che spesso si registri un divario tra i risultati attesi e quelli ottenuti, e che le imprese mostrino la propria fragilità di fronte a eventi improvvisi e imprevisti.

In economia, il tentativo di realizzare una stabilità economica e monetaria porta alla creazione di reti fortemente interconnesse, impedendo quei piccoli aggiustamenti che potrebbero accrescere la forza dell'intero sistema economico. In questo modo si alimenta la possibilità che una crisi locale dia origine a reazioni a catena, potenzialmente devastanti a livello globale.

Dal punto di vista pratico, non c'è alcun modo di realizzare un sistema abbastanza robusto da resistere all'impatto di tutti i fattori di stress, inclusi i Cigni Neri. L'unica possibilità di sopravvivenza consiste nello sviluppo di un meccanismo in virtù del quale un sistema vivente possa migliorare progressivamente la propria capacità di rispondere all'impatto dei fattori di stress, mediante una continua esposizione ad essi. Questo significa perseguire una crescente antifragilità.

L'accettazione dei fattori di stress costituisce il primo passo di un processo finalizzato a ridurre la fragilità e conseguire uno stato di crescente antifragilità, in quanto cancella l'illusione di una possibile prevedibilità assoluta degli eventi futuri, previene lo spreco di risorse impiegate nell'inutile e dannoso tentativo di acquisire il totale controllo di un contesto in continua evoluzione e predispone alla definizione di iniziative finalizzate a preparare il terreno per fronteggiare l'impatto di questi fattori e, possibilmente, trarne un beneficio.

Vediamo ora, mediante alcuni esempi, come questo principio può essere tradotto in applicazioni pratiche.

  • Gestione della complessità. Accettare la complessità significa prendere atto della presenza di situazione nelle quale molti elementi interagiscono tra di loro, rendendo particolarmente difficile la gestione e le previsioni. Tuttavia, proprio la presenza delle numerose interdipendenze rende possibile l'individuazione delle relazioni causa-effetto che governano la situazione. Questo permette di trovare i pochi punti, agendo sui quali si potrà ottenere un vero e proprio effetto leva, in grado di modificare l'intero sistema nella direzione desiderata. Una gestione efficace in un contesto complesso non si basa sul tentativo di ridurre la complessità, ma sulla ricerca della semplicità intrinseca presente nella situazione. Nella gestione operativa, questo significa individuare e gestire il vincolo, ossia il fattore che limita le prestazioni globali; nella risoluzione dei problemi, significa individuare il problema centrale, ossia la causa primaria dei vari problemi che si cerca di risolvere, di cui essi non sono altro che effetti indesiderati visibili.
  • Soluzioni logistiche della Theory of Constraints. Quando si adotta qualsiasi soluzione logistica della Theory of Constraints (per le Operations, per il Project Management, per la gestione della Supply Chain), il primo passo non consiste nel tentativo di ridurre la variabilità, la complessità e l'incertezza; al contrario, se ne accetta la presenza e, dopo avere definito con chiarezza l'obiettivo da raggiungere, si introducono appropriati meccanismi di protezione (buffer) del conseguimento dell'obiettivo dall'impatto di questi fattori. L'impiego dei buffer come strumento di gestione (buffer management) rappresenta un esempio illuminante dell'efficacia di una gestione focalizzata sulla risposta ai fattori di stress anziché sulla loro riduzione/eliminazione: il monitoraggio del consumo dinamico dei buffer, determinato dall'impatto della variabilità e dell'incertezza, fornisce criteri chiari e univoci per stabilire le priorità in fase esecutiva, per individuare le attività che richiedono interventi straordinari e per focalizzare le risorse dedicate al miglioramento sulle iniziative che possono generare i risultati più rapidi e significativi. Mentre la focalizzazione sulla riduzione/eliminazione dei fattori di stress porta a concepire sistemi fragili, dove ogni evento imprevisto può produrre un effetto devastante sui piani da realizzare, la presenza di buffer conferisce la flessibilità necessaria ad assicurare il conseguimento degli obiettivi e l'adattabilità utile a cogliere eventuali opportunità che si possono manifestare in modo inatteso.
  • Gestione degli errori. Un errore è una decisione che porta a effetti indesiderati e inattesi, inevitabile conseguenza della complessità e dell'incertezza. È normale fare il possibile per evitare di commettere errori, mentre è in genere un errore di ordine superiore assumere un atteggiamento di condanna dell'errore e della persona che lo ha commesso. Questo infatti impedisce di ricavare l'unico beneficio che un errore con conseguenze negative può generare: la possibilità di apprendere la lezione che la realtà ci sta impartendo. Grazie all'errore, infatti, si possono evidenziare gli assunti errati che sono stati considerati al momento della decisione e individuare i nuovi assunti che dovranno essere utilizzati in futuro, per evitare di commettere lo stesso errore e per favorire l'assunzione di decisioni migliori. L'adozione sistematica di un processo strutturato per l'apprendimento dall'esperienza a seguito di errori (da applicare anche quando i risultati delle decisioni sono straordinariamente superiori alle aspettative) costituisce un modo per assicurare il miglioramento continuo della capacità di rispondere ai fattori di stress, reso possibile proprio dall'esposizione a eventi imprevedibili e dalla loro accettazione.

L'accettazione dei fattori di stress, come tutti i principi dell'antifragilità, deve trovare una declinazione adeguata in applicazioni che coprono ogni area gestionale. Molte organizzazioni sono molto abili nel reagire all'impatto dei fattori di stress, ma non sanno perché. Non essendo consapevoli delle caratteristiche, dei processi, della forma mentis alla base di questa loro peculiarità, corrono il rischio, ogni volta che pianificano un'iniziativa di cambiamento, di invertire rovinosamente il processo che conduce da uno stato fragile a uno stato di antifragilità crescente. La comprensione dei principi dell'antifragilità e la piena consapevolezza del modo nel quale essi sono applicati nel proprio contesto specifico, sono condizioni necessarie per assicurare che il processo che porta verso una maggiore antifragilità non subisca battute di arresto o inversioni di rotta.

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