I Principi dell'Antifragilità - 4. Via Negativa

I Principi dell'Antifragilità - 4. Via Negativa


Conosciamo molto meglio ciò che è sbagliato rispetto a ciò che è giusto.

Nassim Nicholas Taleb

Viviamo in un mondo orientato all'azione, che ci porta spesso a porci la domanda: "Che cosa possiamo fare (per migliorare, per risolvere un problema, per prevenire un danno, ecc.)?". La risposta a questa domanda e il processo da questa innescato inducono in molti casi all'introduzione di nuove attività e di nuove procedure, con l'effetto certo di un aumento della complessità e della burocrazia, a fronte di esiti spesso incerti per quanto concerne il conseguimento dell'obiettivo all'origine dell'iniziativa.

Il Dr. Eliyahu M. Goldratt ha illustrato efficacemente i pericoli associati alla dispersione dell'attenzione, dimostrando che un obiettivo importante può essere conseguito solo mediante un processo di focalizzazione su pochi elementi chiave. In questo processo, focalizzazione significa non solo "fare ciò che dovrebbe essere fatto", ma, cosa altrettanto importante, "non fare ciò che non dovrebbe essere fatto". In altri termini, intraprendere la Via Negativa.

Via Negativa è un'espressione latina utilizzata, nella tradizione cristiano-ortodossa, per descrivere un approccio indiretto alla conoscenza di Dio: prendendo atto dei limiti cognitivi umani, che impediscono di comprendere in modo esaustivo gli attributi della divinità, esso propone un avvicinamento progressivo alla comprensione dell'essenza di Dio mediante la definizione di ciò che Egli non è.

L'essenza del quarto principio dell'antifragilità può essere espresso nel modo seguente: è più facile stabilire che cosa è sbagliato o non funziona, piuttosto che ciò che è giusto o funziona (e funzionerà in futuro). Pertanto, quando si considera l'opportunità di avviare un cambiamento, il punto di partenza più sicuro per generare un miglioramento dovrebbe essere l'eliminazione (di ciò che non funziona, di ciò che non è necessario al conseguimento degli obiettivi, delle opzioni sbagliate, ecc.), non l'aggiunta (di nuove iniziative, di nuove risorse, di nuove procedure, ecc.).

Per capire in che modo è possibile beneficiare dall'applicazione di questo principio è necessario esaminare le ragioni che ne giustificano la solidità logica e l'utilità pratica.

L'asimmetria della conoscenza

Al momento di intraprendere un'iniziativa di cambiamento, è relativamente facile stabilire se un'attività (o una serie di attività) sicuramente è sbagliata o non funzionerà: alla luce dell'esperienza di fallimenti passati, di un'analisi causa-effetto ben strutturata, della conoscenza di situazioni analoghe, ossia con le stesse condizioni al contorno, nelle quali non si sono ottenuti gli effetti desiderati, la possibilità di commettere un errore nell'affermare che una determinata attività è da evitare risulta, in genere, trascurabile.

Al contrario, la possibilità di commettere un errore nell'affermare che una determinata attività è corretta è tutt'altro che irrilevante, in particolare se la correttezza viene valutata in base agli effetti che l'attività produrrà in un arco temporale lungo. L'impatto dell'incertezza, la non linearità delle relazioni causali e la mancata considerazione di variabili rilevanti possono determinare il fallimento di iniziative apparentemente solide e ben strutturate.

Lo stesso progresso scientifico si basa su questa asimmetria. Una teoria scientifica non viene mai considerata "vera", ma solo "valida". Neppure un numero elevato di conferme sperimentali può determinarne la validità assoluta; invece, è sufficiente una sola osservazione o evidenza sperimentale, in grado di contraddirne le previsioni, per invalidarne l'applicabilità generale. A questo punto sarà necessario sviluppare una nuova teoria, più generale, in grado di spiegare sia l'ultima osservazione che le evidenze sperimentali precedenti. Grazie soprattutto al contributo di K. R. Popper, oggi si può affermare che un attributo essenziale affinché una teoria possa essere considerata scientifica è la possibilità di essere "falsificata".

Per comprendere come l'asimmetria della conoscenza si manifesti diffusamente nella realtà di tutti i giorni, può essere utile esaminare un esempio della sua presenza in un settore con il quale la maggior parte di noi ha familiarità: i farmaci.

È noto che ogni farmaco in commercio può generare effetti collaterali indesiderati più o meno gravi. L'autorizzazione all'immissione sul mercato di un farmaco viene concessa, in base a rigidi protocolli, solo quando il beneficio atteso è tale da rendere accettabile il rischio di insorgenza degli effetti collaterali associati alla sua somministrazione. Tuttavia, mentre è facile, alla luce dei risultati delle lunghe procedure richieste per autorizzarne la commercializzazione, stabilire se un farmaco è sicuramente dannoso, il superamento di tutti i test non garantisce che un farmaco sia sicuro, ovvero che i rischi associati alla sua assunzione non siano tali da superare i benefici per i quali è stato progettato. I casi di farmaci ritirati dal mercato dopo molti anni di commercializzazione testimoniano che talvolta è necessario molto tempo, un numero e una varietà di casi di esposizione decisamente superiori a quelli previsti dai protocolli di autorizzazione, per evidenziare la possibilità che il danno sia superiore al beneficio.

Assumere che un farmaco che ha superato tutti i test clinici sia sicuro significa commettere un errore molto comune, quando si ignora la presenza di un'asimmetria nella conoscenza: confondere l'assenza della prova (in questo caso, l'assenza di evidenze sperimentali del potenziale danno di un farmaco) con la prova dell'assenza (la prova dell'assenza di rischi associati all'assunzione del farmaco).

La strategia sottrattiva - Primo livello

Poiché è meno soggetto a errore stabilire che cosa è sbagliato o non funziona rispetto a ciò che è giusto e funziona, la conoscenza e il processo decisionale possono procedere su basi solide sottraendo le cose sbagliate.

Pertanto, la Via Negativa si fonda su due elementi:

  1. eliminare ciò che già esiste ed è negativo, e
  2. non introdurre qualcosa di nuovo con caratteristiche negative.

Il criterio per individuare un elemento negativo dovrebbe essere basato sia sull'impatto dannoso che genera, sia sull'osservazione che tale elemento contribuisce ad aumentare la fragilità, ossia la propensione a subire danni rilevanti come conseguenza dell'impatto dei fattori di stress (incertezza, complessità, fattori patogeni, congiunture negative, ecc.).

Il fumo e il debito costituiscono due esempi di elementi negativi.

Per un fumatore, l'eliminazione del fumo, oltre a generare maggiori benefici rispetto all'aumento dell'esercizio fisico o all'adozione di una dieta particolarmente virtuosa, permette di ridurre il potenziale danno generato dall'insorgenza di altre patologie.

Per un'organizzazione, l'estinzione o la riduzione del debito non solo rende progressivamente disponibili somme di denaro da investire in opportunità di miglioramento, ma riduce la vulnerabilità a situazioni congiunturali negative, durante le quali la necessità di rimborsare debito e interessi, associata alla carenza di liquidità, potrebbe mettere in pericolo la sopravvivenza stessa dell'organizzazione.

La strategia sottrattiva - Secondo livello

L'eliminazione di tutto ciò che è sbagliato o dannoso, come primo passo di ogni iniziativa di cambiamento, può apparire come un atto scontato, di buon senso.

Meno scontata è la necessità di eliminare attività che producono effetti sicuramente positivi, ma che sottraggono risorse (tempo, attenzione, denaro) a iniziative che potrebbero generare benefici decisamente maggiori.

La Via Negativa prevede di effettuare un'accurata selezione tra le iniziative in corso e quelle che potrebbero essere avviate, avendo il coraggio di rinunciare a opzioni utili e facili da realizzare, al fine di focalizzare le risorse limitate sulle iniziative in grado di fornire un valore aggiunto superiore. La Theory of Constraints fornisce le linee guida per questo processo di focalizzazione.

La Via Negativa non costituisce un approccio minimalista, teso semplicemente a eliminare tutto ciò che è superfluo e non favorisce il conseguimento di obiettivi definiti. L'eliminazione progressiva di ciò che danneggia o impedisce l'impegno focalizzato delle risorse disponibili costituisce il modo più sicuro (meno soggetto a errore) per conseguire i propri obiettivi e intraprendere il percorso verso una crescente antifragilità.

Conclusioni

Come le leggi naturali, l'asimmetria della conoscenza appartiene alla nostra realtà. Pertanto, vale la pena acquisirne consapevolezza, al fine di sfruttarla a nostro vantaggio mediante la Via Negativa.

Seguire la Via Negativa può apparire come un approccio passivo al miglioramento, condizionato dall'avversione al rischio. In realtà, essa costituisce un solido e razionale punto di partenza di ogni iniziativa mirante al conseguimento di obiettivi sfidanti.

L'eliminazione di ciò che è negativo è quasi sempre sufficiente a ottenere un miglioramento significativo, ma ciò che contraddistingue persone e organizzazioni in grado di prosperare in modo continuativo è l'eliminazione di ciò che, pur producendo effetti positivi, impedisce di focalizzare tempo e attenzione sul processo da seguire per ottenere risultati straordinari..

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